Carcere, Bonafoni (PD): “A Frosinone ennesimo dramma. Serve una svolta urgente”

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Domenico Panetta
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Una tragedia che si ripete, un’ulteriore ferita aperta nel cuore del sistema penitenziario laziale. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico con delega al Terzo Settore e all’Associazionismo, condanna duramente l’ultimo suicidio avvenuto nel carcere di Frosinone: un uomo, con problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti, ha trovato la morte all’interno delle mura di una struttura che, secondo le sue parole, “rappresenta ancora una volta un fallimento dello Stato”.

Una tragedia annunciata

Il suicidio di questa persona si aggiunge al doloroso bilancio di quattro casi simili nelle strutture detentive del Lazio solo negli ultimi mesi, in un contesto di sovraffollamento che raggiunge il 148%. Le alte temperature di queste settimane, sottolinea Bonafoni, “acuiscono la sofferenza dei detenuti, aumentandone il senso di isolamento e abbandono”. Un quadro che si fa ancora più drammatico se si pensa che molti di questi reclusi sono persone con problemi di dipendenza o con fragilità psichiche, spesso senza adeguate misure di supporto.

Il sistema che fallisce

“Il sistema penitenziario dovrebbe essere un luogo di recupero e riabilitazione, non di ulteriore emarginazione”, denuncia la consigliera del PD. “Invece, ci troviamo di fronte a strutture sovraffollate, con condizioni di vita spesso disumane, e a un sistema che non riesce a rispondere alle esigenze di chi si trova dietro le sbarre”. La mancanza di alternative alla detenzione, soprattutto per reati minori, aggrava la situazione, trasformando un’eventuale misura rieducativa in una forma di punizione ancora più dura.

Costruzioni Laziali

L’appello alle istituzioni

Bonafoni invita le istituzioni a “intervenire con decisione e investimenti concreti”. Secondo la consigliera, bisogna promuovere misure alternative alla detenzione, come i domiciliari, i percorsi di recupero e le misure di comunità, per alleggerire le strutture e offrire un aiuto reale a chi si trova in difficoltà. “Non possiamo più permetterci di perdere vite umane per l’incapacità di affrontare i problemi alla radice”, conclude.

Un problema nazionale

Il caso di Frosinone rappresenta un’allarmante fotografia di un problema più ampio, che coinvolge tutta Italia. Con un tasso di sovraffollamento che supera di gran lunga i limiti di sicurezza, le carceri italiane si trovano spesso a dover fronteggiare la crisi senza strumenti adeguati. È ora che il sistema si riformi, puntando su politiche di inclusione, riabilitazione e prevenzione, per evitare che queste tragedie si ripetano.

Il futuro è nelle mani delle istituzioni

L’appello di Bonafoni è chiaro: “Le istituzioni devono agire subito, investendo in modo serio e strutturale. La vita di queste persone, spesso fragili e abbandonate, non può continuare a essere sacrificata sull’altare di un sistema che ha fallito”. È tempo di cambiare rotta, di guardare oltre le statistiche e di mettere al centro il rispetto della dignità umana. Solo così potremo sperare di ridurre le tragedie e di costruire un sistema penitenziario più giusto e umano.

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