Cassino- Interrotto il prosieguo di un consiglio comunale, non la democrazia.

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Di Prof. Mario Costa 
Politica
– Che a Cassino la democrazia sia “interrotta”, è cosa cui non credono neppure quelli che lo hanno detto. Non lo credono semplicemente perché è cosa non vera. Non è infatti l’abbandono (alla spicciolata) dell’aula Di Biasio da parte dei consiglieri di maggioranza, come avvenuto nell’ultima riunione di sere fa, con la conseguente mancanza del numero legale, a “interrompere” la democrazia nella nostra città. Peraltro è la prima volta che succede con le maggioranze a guida Salera. Si spera sia anche l’ultima.

E’ risaputo, però, che anche l’abbandono dell’aula, in casi eccezionali, è uno strumento della democrazia, come la minoranza ben sa, avendovi fatto ricorso varie volte. L’ultima, quella sera. Al momento del voto sulla variazione di bilancio, hanno essi abbandonato l’aula per rientrare subito dopo la votazione su quel punto. Certo, il peso dei numeri produce effetti diversi circa la prosecuzione o meno dei lavori consiliari. Ma anche questo è strumento della democrazia.

A voler essere precisi, in sala Di Biasio è stato semplicemente interrotto il prosieguo di un consiglio comunale finito certamente male, ma che era iniziato peggio; che non era il caso di continuare in un clima dove la faceva da padrona l’assenza di serenità richiesta dagli argomenti, alcuni pure importanti, altri assai meno, tra quelli delle mozioni in elenco.

La sottovalutazione (chiamiamola così) dei consiglieri di maggioranza, sta nell’aver sollevato le chiappe da quelle comode poltroncine e guadagnato l’uscita in ordine sparso. Sarebbe stato opportuno farlo dopo aver partecipato ai colleghi della minoranza le ragioni della loro scelta.  Ma anche su questo molto ha influito il clima oggettivamente avvelenato di quella riunione.

Costruzioni Laziali

Non è quindi il far mancare il numero legale ad “interrompere “la democrazia che è e rimane prezioso valore da salvaguardare. Ma come si fa a parlare di “democrazia interrotta” quando le sedute del consiglio comunale sono in diretta streaming dall’inizio alla fine? A parte il numero di quelli che avranno la forza di seguirle (dall’inizio alla fine, appunto) le solitamente chilometriche sedute consiliari, non vorremmo un giorno dover prendere atto che uno degli inconvenienti per la democrazia, per la sua credibilità, per il suo ottimale funzionamento, alla fin fine, sia da ricercare proprio nell’eccesso di visibilità esterna delle sedute consiliari.

A scanso di malevoli, fuorvianti interpretazioni, ci spieghiamo subito. La diretta streaming è un’arma a doppio taglio: positiva da un lato, là dove porta a conoscenza dei cittadini, accanto alle decisioni che si prendono, il comportamento degli eletti nell’assise civica; negativa dall’altro lato, quando induce qualcuno a mettersi in mostra ad ogni costo. Sempre e comunque, anche quando saggezza consiglierebbe di tacere a garanzia del  buon funzionamento dell’organismo democratico.

Peggio ancora, però, quando la irrefrenabile ricerca di visibilità, unita a smisurato protagonismo, abbandona qualcuno alla tentazione di scambiare l’aula consiliare per un palco di campagna elettorale; quando non addirittura per un’aula di giustizia dove si sta nelle vesti di pubblico ministero. E da tale privilegiata tribuna, immaginare di arringare da remoto una folla di potenziali futuri suoi elettori. Magari tanto fessi sino al punto di abboccare.

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