Cassino vs Palmese senza pubblico ospite: un dibattito sportivo che mette a nudo questioni di diritto pubblico e gestione degli impianti

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Domenico Panetta
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Cassino – In città il mosaico del calcio locale resta vivo, ma con una ferita evidente: la frequenza di pubblico ospite è stata sospesa, dopo il crollo di una trave in legno che serviva da seduta nella zona della tribuna ospiti. L’episodio ha innescato un dibattito che va ben oltre la cronaca di una partita: chi deve rispondere, sul piano della responsabilità e della manutenzione, in una struttura dove l’impianto sportivo è considerato patrimonio indisponibile del Comune e gestito da una società sportiva in regime di concessione di servizi?

Per capire cosa sta accadendo, è utile partire da una cornice giuridica spesso poco discussa dal grande pubblico. Secondo la giurisprudenza italiana, gli impianti sportivi comunali appartengono al patrimonio indisponibile dell’ente locale e sono destinati al soddisfacimento dell’interesse della collettività. Di qui nasce la distinzione tra manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria. La gestione operativa di un campo in convenzione, e quindi la manutenzione ordinaria, ricade tipicamente sulla società concessionaria: è quest’ultima che deve farsi carico delle spese correnti, del decoro e del corretto funzionamento degli impianti. Le spese straordinarie, invece, riguardano interventi di maggiore complessità o danni strutturali e sono a carico del Comune.

È proprio questa cornice giuridica a riportare al centro del dibattito quanto è accaduto in questi giorni alla tribuna ospiti dello stadio Salveti: il crollo di una trave in legno e la conseguente decisione delle autorità competenti di non rendere accessibile l’ingresso dei tifosi ospiti. Da un lato c’è l’amarezza della società sportiva per i mancati incassi e per l’immagine compromessa; dall’altro – come spesso accade in questi casi – emerge una domanda di responsabilità che riguarda la manutenzione ordinaria degli impianti sportivi.

Secondo la lettura giurisprudenziale, la manutenzione ordinaria della tribuna ospiti e dell’intero impianto sportivo avrebbe dovuto essere a carico della società concessionaria.  La riflessione è semplice ma non banale: una parte dell’impianto non funziona in modo adeguato, e una segnalazione di rischio avrebbe dovuto innescare interventi tempestivi per garantire la sicurezza degli spettatori. Se la rottura della trave è stata identificata come conseguenza di una “mancata e regolare manutenzione ordinaria”, la domanda è lecita: quanto è effettivamente responsabile la società di gestione rispetto al Comune? E fino a che punto la sfera di competenza è definita dalle clausole della concessione?

La domanda centrale resta, però, a chi tocca oggi decidere se l’area ospiti possa o meno essere riaperta in sicurezza, e chi debba rispondere qualora emergessero responsabilità concrete. Se la giurisprudenza di riferimento attribuisce la manutenzione ordinaria alla parte concessionaria, è lecito chiedersi se eventuali ritardi, omissioni o errori di gestione siano stati effettivamente riconducibili a un inadempimento contrattuale o se, invece, condizioni strutturali impreviste abbiano alterato la situazione di rischio in modo non imputabile a una singola parte.

Il dibattito è aperto: tra la tutela dell’impianto sportivo come bene pubblico e la gestione operativa come bene pubblico, resta una domanda di fondo.

Ad ogni modo, le voci di corridoio si fanno sempre più insistenti:  sembrerebbe che per la prossima gara interna dopo la Palmese, il settore ospiti potrebbe tornare disponibile. Sarà finalmente l’occasione per vedere gli spalti pieni di passione e rivalità.

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