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La tensione nel mondo della sanità pubblica italiana ha raggiunto un nuovo apice oggi, dopo l’incontro al tavolo del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il periodo 2022-2024. La FP CGIL e la UIL FPL, due delle principali organizzazioni sindacali del settore, hanno espresso profondo sconcerto e indignazione per la decisione di Nursing Up di firmare un testo contrattuale che, a loro avviso, non solo non valorizza il lavoro dei 580.000 professionisti, ma rischia di svenderne i diritti e il potere d’acquisto.

Fino a ieri, Nursing Up aveva condiviso le stesse critiche delle organizzazioni sindacali che oggi si oppongono alla firma del contratto, definendolo “svi-lente e al ribasso”. Il cambio di rotta del sindacato ha lasciato interdetti i rappresentanti di FP CGIL e UIL FPL, i quali hanno ribadito con fermezza la loro posizione, ritenendo inaccettabile un rinnovo contrattuale che non prevede adeguate tutele e riconoscimenti economici per il personale sanitario e socio-sanitario.
“Chi firma senza risorse si assume la responsabilità di svendere 580.000 professionisti”, hanno dichiarato in una nota congiunta i sindacati. Ha aggiunto che, per far fronte alla crisi e alle difficoltà quotidiane di chi lavora nel settore, è necessario garantire diritti esigibili e un adeguato riconoscimento del lavoro. “Firmare questo accordo significa accettare passivamente la riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori”, hanno proseguito.

L’appello di FP CGIL e UIL FPL si fa ancor più pressante considerando il contesto attuale, caratterizzato da una crescente insoddisfazione tra coloro che ogni giorno si dedicano a garantire il diritto alla salute per tutti. “Il Governo, insieme a Cisl Fp, Fials, Nursind e Nursing Up, ha deciso di voltare le spalle a chi opera in prima linea”, hanno aggiunto i sindacati, accusando le organizzazioni firmatarie di legittimare un contratto che non risponde alle reali esigenze dei professionisti.

Concludendo, FP CGIL e UIL FPL hanno promesso di mantenere alta la mobilitazione, dichiarando che non si fermeranno fino a ottenere “un contratto vero, giusto e dignitoso”. Intensificheranno le loro azioni sia all’interno che all’esterno delle sedi sindacali, riaffermando il loro impegno a lottare per un riconoscimento adeguato per tutti i lavoratori della sanità pubblica.
Il futuro del CCNL della sanità pubblica resta ora appeso a un filo, con l’ombra della divisione sindacale che potrebbe complicare ulteriormente le trattative in corso e il destino di migliaia di professionisti. La battaglia per i diritti dei lavoratori, insomma, è destinata a protrarsi.






