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L editoriale del direttore
L’amministrazione Biden ha indicato che Israele aveva mostrato la volontà di accettare una tregua temporanea. Invece, il leader israeliano ha giurato di continuare a combattere.
Giovedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto il tentativo, sostenuto dagli Stati Uniti, di raggiungere un cessate il fuoco di 21 giorni con Hezbollah in Libano e ha promesso che i combattimenti sarebbero continuati, nonostante i funzionari dell’amministrazione Biden si siano lamentati del fatto che Israele fosse pienamente informato della proposta di tregua e abbiano indicato che Netanyahu l’aveva accettata.
Dopo essere arrivato a New York venerdì mattina per un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il leader israeliano ha detto ai giornalisti: “La politica è chiara: continueremo a colpire Hezbollah con tutta la forza, non ci fermeremo finché non avremo raggiunto tutti i nostri obiettivi”. In precedenza, il suo ufficio aveva definito le notizie secondo cui Israele avrebbe allentato i combattimenti in Libano “l’opposto della verità”.
Il ministro della sicurezza nazionale israeliano di estrema destra, Itamar Ben Gvir, ha dichiarato giovedì di aver informato Netanyahu che se verrà concordato un cessate il fuoco temporaneo con Hezbollah, il suo partito non voterà con la coalizione e, se il cessate il fuoco diventerà permanente, il suo partito si ritirerà dal governo, minacciando la presa del potere di Netanyahu.
Il rifiuto del “cessate il fuoco”non è stato limitato a piccoli elementi estremisti nella coalizione di governo di Israele. Il ministro degli Esteri Israel Katz, membro del partito Likud di Netanyahu, ha affermato in un post sui social media: “Non ci sarà alcun cessate il fuoco nel Nord. Continueremo a combattere contro Hezbollah con tutte le nostre forze fino alla vittoria”. In una dura risposta a Netanyahu giovedì, l’amministrazione Biden ha descritto il suo rifiuto della tregua temporanea come un’esca.