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L’editoriale del direttore
Ah, l’arte sublime dell’opposizione politica! Quel fantastico spettacolo in cui, ogni volta che i politici di maggioranza mettono in campo una proposta, ecco che subito si scatena la risposta pronta: una bella critica, spesso senza contenuto, ma con tanta, tantissima convinzione. Un vero e proprio balletto di parole, dove l’unico obiettivo sembra essere quello di denigrare, smontare e criticare, senza mai offrire alternative concrete o idee innovative. Insomma, il sogno di ogni leader di partito di opposizione: il “problema” diventa subito “colpa”, tutti si aspettano da loro una proposta, ma a ben guardare, le idee scarseggiano come l’acqua nel deserto.

Ricordiamoci, infatti, delle campagne elettorali di alcuni di questi signori: un susseguirsi di slogan, più simili a filastrocche per bambini che a programmi politici seri. Promesse ad effetto, con troppo “effetto”, proposte che suonano bene ma che, al momento di mettere mano ai dettagli, si rivelano più sfogliate di un giornale estivo, leggero e privo di sostanza. Eppure, appena i governanti propongono qualcosa di innovativo, ecco che si scatenano: “Ma questa idea non funziona!”, “È irrealizzabile!”, oppure il mitico “Serve un’analisi più approfondita!” – che, tradotto, significa “Non abbiamo idee, ma ci piace far finta di essere intelligenti”.

Ma la vera chicca è il loro modo di affrontare i problemi: criticano tutto, sempre e comunque. Non per cercare soluzioni, attenzione, ma per dimostrare di essere “attenti” e “attivi”. Buttando fumo negli occhi a quell’ultima manciata di voti che hanno racimolato. Un po’ come quei critici cinematografici che, invece di proporre un film migliore, passano il tempo a smontare quelli degli altri con un entusiasmo che fa sembrare il lavoro di Sherlock Holmes un gioco da ragazzi. E così, tra un “non funziona” e un “non si può fare”, si perde di vista l’unico obiettivo che dovrebbe essere al centro di ogni politica: risolvere i problemi, non solo lamentarsi.

Eppure, nonostante questa permanente carenza di idee, la loro opposizione ha un dono speciale: sembra essere sempre in prima fila, prontissima a puntare il dito e a criticare, quasi fosse una gara di velocità. Peccato che questa gara sia priva di premi, se non quello di sentirsi “più intelligenti” degli altri. Ma forse, in fondo, è questa la vera strategia: criticare senza proporre, criticare senza rischiare, criticare solo per sentirsi un po’ più importanti. Sapendo di essere gli eterni secondi al termine della campagna elettorale.
In conclusione, cari oppositori politici di centrodestra, il vostro talento nel criticare è indubbio. La prossima volta, però, provate anche a proporre qualcosa di concreto, magari una sola idea valida, per rendere il vostro spettacolo ancora più interessante. Oppure, continuate sempre a criticare, i cittadini, intanto, continueranno a sperare in un giorno in cui il dibattito politico sarà più di idee e meno di accuse gratuite. Ma, si sa, il gusto dell’ironia è che spesso le idee scarse sono proprio quelle che fanno più scena. Continuate così siete una garanzia per le future elezioni.






