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L’editoriale del direttore
La recente querelle sulla villa comunale di Cassino continua a far discutere, ma questa volta il colpo di scena riguarda proprio gli artefici della polemica. Bastava semplicemente guardare la data degli atti per scoprire che l’intera operazione potrebbe essere stata un bluff, alimentato più da strategia politica dell’opposizione che da reale preoccupazione ambientale.

Tutto ha avuto inizio con l’esposto presentato da tre consiglieri di opposizione – Franco Evangelista, Arduino Incagnoli e Giuseppe Sebastianelli – alla procura della Repubblica, all’ARPA e al Comando dei Carabinieri Forestale. La denuncia, diramata in passato anche da alcuni ambientalisti di Cassino, punta il dito su presunte irregolarità riguardo ai lavori in corso nella villa comunale. Un tentativo, secondo molti, di ostacolare un’opera importante per la città, che in passato aveva già visto momenti di tensione e polemiche infondate.

Ma la vera sorpresa arriva analizzando le analisi del terreno allegato all’esposto: risalgono a febbraio 2025. E qui scatta il paradosso. Successivamente, nel corso di quei mesi, il contratto con la ditta esecutrice è stato risolto e il terreno è stato sostituito. Come possono quindi i consiglieri aver commesso una gaffe così grossa, ignorando che le analisi erano datate e che le operazioni successive avevano già aggiornato la situazione? Perché non si sono opposti all’epoca?
La domanda sorge spontanea: si tratta di un errore ingenuo o di un tentativo deliberato di ritardare i lavori? La seconda ipotesi appare più convincente, considerando i tempi di attesa delle procure in casi di approfondimenti e le dinamiche tipiche delle operazioni politiche. Ricorda molto la vicenda di Corso della Repubblica, dove decine di esposti si sono rivelati poi infondati, portando a un inutile spreco di risorse e a un danno all’immagine della città.

Questa mancanza di responsabilità e di rispetto nei confronti dei cittadini da parte delle opposizioni è davvero deprimente. La stessa modalità è stata sperimentata in passato, quando i lavori su Corso della Repubblica furono ostacolati con esposti e denunce, rallentando il progresso e alimentando tensioni politiche che hanno portato a un azzeramento del centrodestra locale.
Ora, con l’annuncio del sindaco di nuovi lavori di sistemazione di Piazza Restagno, ci si chiede: anche in questa occasione arriveranno esposti e denunce? La domanda cruciale resta: chi pagherà il prezzo di questa strategia? I cittadini, che chiederanno giustamente il perché opporsi con tentativi allarmanti, oppure l’amministrazione, che potrebbe trovarsi a dover giustificare ancora una volta con documenti alla mano la correttezza dei lavori.

Dal canto nostro, abbiamo ricevuto un comunicato ufficiale da parte dei tre citati in precedenza, in linea con la prassi, ci siamo impegnati ad analizzarlo con attenzione. Perché, se non lo facessimo, rischieremmo di diventare un semplice ufficio stampa, incapace di offrire una vera analisi critica e approfondita così come abbiamo fatto.
In conclusione, la vicenda della villa comunale di Cassino ci insegna ancora una volta quanto sia importante la trasparenza e la responsabilità in politica. Quando si gioca con i tempi e le informazioni, spesso si ritorce contro chi le maneggia con superficialità. E questa storia, come molte altre, ci invita a riflettere su quanto siano fondamentali la serietà e il rispetto per i cittadini, oltre le polemiche di comodo e le strategie di potere. Resta il fatto che anche il buon Capitan Ventosa non sarebbe arrivato a tanto! Permetteteci di ironizzare: la realtà supera l’immaginazione e il grottesco diventa norma, incredibile ma vero!







