Richiesta al Comune di risarcimento danni. Non è vero che “provar non nuoce”

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Di Prof. Mario Costa ( foto copertina di Michele Di Lonardo)
Come facilmente prevedibile, gli operatori dell’informazione hanno diligentemente dato ampio rilievo alla sentenza di condanna al pagamento delle spese processuali (32mila euro) alla G.R. Costruzioni. La società di Aversa che, pur responsabile di una lottizzazione abusiva, chiedeva di condannare il Comune alla bellezza di sei milioni di euro: cinque per risarcimento danni e un milione a titolo di lucro cessante. Però!

Ritorniamo, oggi, sulla notizia, di enorme risonanza nell’opinione pubblica, sostanzialmente per due ragioni. La prima. Riguarda il prof. Felice Laudadio, fornitore di un parere “pro veritate” all’amministrazione di quel tempo, sindaco Scittarelli, perché le questioni urbanistiche si ritennero di particolare complessità. Almeno così fu motivata la richiesta del parere. Il professionista successivamente veniva rinviato a giudizio assieme al tecnico della Società in questione e a quelli comunali.

In un passo della decisione di ieri del giudice D’Angiolella del nostro Tribunale, in relazione alla lottizzazione abusiva riguardante il permesso a costruire del 2005, si legge che nei confronti di tutti una sentenza, la n.426 del 2015, stabiliva che era scattata la prescrizione. Si è trattato di un involontario errore dell’estensore perché la prescrizione non ha riguardato pure il prof. Laudadio, assolto a suo tempo con la formula “il reato non sussiste”.

Ciò precisato per correttezza dell’informazione, veniamo alla seconda ragione. Riguarda le stratosferiche richieste di risarcimenti danni alle pubbliche amministrazioni, che, solitamente, non hanno né capo né coda. Danno l’impressione del “c’è chi ci prova”, come si dice. Quest’ultima richiesta di risarcimento della G.R. Costruzioni è stata, infatti, di recente preceduta da quella della Cogei S.r.l. del gruppo Di Meo di Cassino (richiesta più modesta: “solo” due milioni). Anche in quest’ultimo caso, un altro magistrato ha dato ragione al Comune. E cosa pure importante, ha condannato il richiedente della pretesa risarcitoria a pagare le spese quantificate in questo caso in 36 mila euro anziché i 32 mila affibbiati alla società di Aversa. Ma siamo vicini.

Lode ai magistrati dunque. Per la giusta Giustizia che assicurano, non confermando peraltro, il detto stando al quale “ provar non nuoce”. Invece ogni tanto, meno male, nuoce. Eccome se nuoce!

                                                                                       Mario Costa.   

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