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È davvero inquietante leggere i commenti di adulazione sotto il post del figlio di Totò Riina. Frasi come “non ho avuto l’onore di incontrarlo” dimostrano quanto sia profondo il fenomeno della venerazione mafiosa, un culto che continua a esistere nel nostro Paese con una preoccupante indifferenza. È inaccettabile e vergognoso che la memoria di un uomo responsabile di stragi, omicidi e della destabilizzazione dell’Italia venga celebrata in questo modo.
La mafia non è solo un problema del passato; è una realtà che va combattuta quotidianamente. Eppure, mentre ci si sforza di stabilire la legalità, assistiamo a un’epidemia di ossequi pericolosi, che banalizzano il dolore e le sofferenze di tantissime vittime. La glorificazione dei mafiosi, come Riina, mina la nostra società e offende la memoria di chi ha pagato un prezzo altissimo per combattere questa piaga.
Dobbiamo ricordare a Riina junior chi era suo padre: un criminale spietato, un simbolo di un’epoca buia, che ha lasciato dietro di sé un’eredità di sangue e paura. È fondamentale smontare questi miti tossici e opporsi a ogni forma di venerazione per chi ha fatto del male. È nostro dovere, per rispetto alle vittime e per il futuro del nostro Paese, educare le nuove generazioni a riconoscere e rifiutare l’errore di idolatrare la mafia. Non possiamo permettere che simili affermazioni trovino terreno fertile; è tempo di reazione con fermezza e determinazione.