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L’editoriale del direttore
Non abbiamo bisogno solo di odio tra noi, abbiamo bisogno di pace. Viviamo in un’epoca in cui ogni giorno ci svegliamo con il peso della violenza e del conflitto sulle spalle, come se fossimo stati condannati a ripetere gli errori del passato. Non si tratta di minacciare o conquistare, ma di scoraggiare qualsiasi attacco dall’esterno, alimentato dall’odio contro un’Europa unita. Questo è il compito che dovrebbe avere la nostra politica e la nostra generazione. Sette decenni ci separano dagli orrori della guerra, eppure oggi ci troviamo a combattere lo stesso identico nemico: l’intolleranza, il pregiudizio, l’indifferenza.
La pace non è una mera aspirazione, è un dovere. Ogni giorno che passa assistiamo a un mondo in cui il denaro prevale sulle vite umane, dove il Prodotto Interno Lordo sembra superare il Prodotto Interno di Felicità dei popoli. Dobbiamo chiederci: quale civiltà vogliamo costruire? Quella che si nutre delle guerre, degli imperi costruiti sotto il dolore di altri popoli? Oppure quella che investe nell’amore, nella comprensione, nel rispetto reciproco?
Quando la storia odora di bombe e silenzi, quando le macerie raccontano storie di sofferenza, nessuno vuole mettere per iscritto quelle verità. Le immagini di un palazzo distrutto, di lenzuola imbrattate di sangue, sono più eloquenti di qualsiasi articolo. Esse parlano di ciò che realmente siamo, di ciò che stiamo perdendo. Non abbiamo più inchiostro per raccontare quello che sta accadendo nel mondo; la nostra penna è avvelenata dall’odio e dalla disperazione. Tuttavia, finché ci sarà vita, ci sarà sempre qualcuno, un’anima ribelle, a lottare per la pace.
Dobbiamo essere quel qualcuno. Dobbiamo alzarci, unire le nostre voci e fare fronte comune contro la guerra. Non possiamo permettere che l’odio segni il nostro futuro. È tempo di costruire ponti, di diffondere amore e comprensione, di abbracciare la diversità invece di temerla. Basta guerra nel mondo. La nostra generazione ha l’opportunità, il dovere, di scrivere una nuova pagina della storia, una pagina in cui la pace sia il nostro unico obiettivo.
E così, mentre riflettiamo su ciò che ci circonda, ricordiamoci che la vera forza non sta nell’imporre la nostra volontà sugli altri, ma nel collaborare per un bene comune, nel proteggere le vite umane, nel rendere questo mondo un posto migliore per tutti. Andiamo avanti, insieme, per la pace.