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Da quando è stato eletto, il 13 marzo 2013, José Maria Bergoglio ha saputo cambiare il volto del papato attraverso gesti simbolici e pratici che sfidano consuetudini radicate. La sua leadership si è contraddistinta per una serie di riforme che mirano a rendere la Chiesa più vicina agli ultimi, rispondendo con determinazione alle sfide del mondo contemporaneo. Francesco, il primo Papa a portare questo nome in onore di San Francesco d’Assisi, ha sin da subito voluto segnare la direzione del suo pontificato con affermazioni audaci. Ha auspicato “una Chiesa povera e per i poveri”, dimostrando un forte impegno verso i più vulnerabili e una netta presa di distanza dai lussi del potere ecclesiastico. Sebbene sia un gesuita e non un francescano, il suo approccio alla guida della Chiesa è profondamente influenzato dalla spiritualità francescana, mettendo in primo piano la soberania e l’umiltà. Sin dall’inizio, Francesco ha avviato la riorganizzazione della Curia Romana, il cuore amministrativo della Chiesa. Con la Costituzione Apostolica *Praedicate Evangelium*, pubblicata nel marzo 2022, ha cercato di rendere la Curia meno burocratica e più inclusiva. Questa riforma ha portato all’istituzione del Dicastero per la Carità, sostituendo la storica Elemosineria Apostolica e aprendo le porte ai laici in ruoli di vertice.
Inoltre, ha concesso maggiore autonomia alle locali Chiese, riducendo l’accentramento delle decisioni a Roma. Questi cambiamenti simboleggiano l’impegno di Francesco nel creare una struttura ecclesiastica maggiormente in sintonia con le esigenze delle diverse comunità di fede nel mondo. La sensibilità ecologica di Francesco si è manifestata chiaramente con l’enciclica *Laudato si’* del 2015, dove ha lanciato un appello globale contro il degrado ambientale e l’ingiustizia sociale. La sua visione intreccia la crisi climatica con la povertà, evidenziando come i più vulnerabili siano i primi a subire gli effetti dei cambiamenti climatici. Ha esortato governi e individui ad adottare stili di vita più sostenibili e responsabilità, segnalando chiaramente la necessità di un cambiamento radicale nei modelli di sviluppo. Francesco ha compiuto 47 viaggi apostolici in dodici anni, visitando 66 nazioni e ponendo una particolare attenzione sulle problematiche dei migranti. La sua prima visita a Lampedusa, subito dopo l’elezione, ha segnato una presa di posizione forte contro l’indifferenza verso la tragedia dei migranti nel Mediterraneo. I suoi viaggi in paesi martoriati dalla guerra, come Iraq e Sud Sudan, insieme agli inviti al dialogo interreligioso, ribadiscono la sua dedizione per la pace e la giustizia.

Anche nelle norme relative al funerale, Francesco ha voluto rompere con le tradizioni del passato. Ha previsto una celebrazione sobria, evitando il sontuoso rituale consueto, e ha espresso il desiderio di essere sepolto nella basilica di Santa Maria Maggiore, piuttosto che sotto la tomba di San Pietro. Queste decisioni riflettono una coerenza con il messaggio di umiltà e vicinanza alle persone che hanno caratterizzato il suo pontificato. Il papato di Francesco rappresenta un capitolo importante nella storia della Chiesa cattolica, segnato da riforme significative e una visione chiara per un futuro migliore. La sua determinazione nel vincente una Chiesa vicina ai poveri, la sua sensibilità ecologica e il suo impegno per il dialogo e la giustizia sociale non solo hanno rinnovato il volto del papato, ma hanno anche ispirato milioni di fedeli in tutto il mondo a sostenere la solidarietà e la responsabilità nei confronti dell’umanità e del creato.