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Un caso paradossale nato da un certificato di morte compilato per sbaglio
Frosinone – Un episodio che definire incredibile appare riduttivo. Un uomo di 78 anni residente a Posta Fibreno si trova da mesi senza la pensione, nonostante sia vivo e vegeto. La causa? Un errore burocratico nato da un certificato di morte compilato erroneamente, che ha portato l’Inps a considerarlo deceduto e a sospendere i pagamenti.
La scoperta e l’inizio del calvario
La vicenda si è manifestata a marzo, quando il pensionato si è recato presso gli uffici dell’Inps per chiedere spiegazioni sul mancato accredito del suo assegno. La risposta è stata sconvolgente: risultava deceduto. Una scoperta che ha lasciato l’uomo senza parole e senza pensione, e che ha aperto un contenzioso burocratico difficile da risolvere.
L’origine dell’errore
Come spiegato dal quotidiano Il Messaggero, tutto nasce da un “disguido” legato ai certificati di morte. L’episodio coinvolge un familiare del pensionato, deceduto il 24 febbraio scorso in ospedale a Sora. Tuttavia, nel caos della compilazione dei documenti funebri, si è verificato un errore che ha portato a confondere le identità: il certificato di morte di un’altra persona, un uomo di 90 anni, è stato erroneamente attribuito al 78enne di Posta Fibreno.
Il risultato? Il sistema ha registrato il pensionato come deceduto, e questa informazione si è propagata rapidamente nelle banche dati dell’Inps. La comunicazione ufficiale di cessazione degli emolumenti è arrivata anche dalla Asl, che ha riconosciuto l’errore solo dopo aver ricevuto una richiesta di rettifica.
L’iter burocratico e le richieste dell’uomo
Nonostante la correzione del certificato di morte sia stata inviata dall’Asl due giorni dopo l’errore, nel frattempo l’Inps ha mantenuto la sospensione della pensione. La burocrazia, come spesso accade, si è mossa con grande rapidità nel bloccare i pagamenti, lasciando il pensionato senza reddito e in grande difficoltà.
L’avvocato Antonio Lecce, legale del 78enne, ha prontamente inviato una diffida formale all’Asl di Frosinone, chiedendo di rettificare ufficialmente la situazione e trasmettere i documenti corretti all’Inps, all’Inail e al Ministero dell’Economia e delle Finanze. In assenza di un intervento rapido, si potrebbe arrivare a un’azione legale per tutelare i diritti dell’uomo.
Una situazione paradossale e preoccupante
“È tutto così assurdo, non ci credo. Ma soprattutto quei soldi mi servono, non ho altra fonte di sostentamento”, commenta con amarezza il pensionato, che si trova ora a dover dimostrare di essere vivo per riottenere quanto gli spetta di diritto.

Il caso del 78enne di Posta Fibreno mette in luce le criticità di un sistema burocratico che, in casi come questo, rischia di mettere in ginocchio persone ormai fragili, vittime di errori che si verificano nel caos della gestione dei certificati di morte e delle banche dati pubbliche.
Osservazioni
La vicenda è ancora in fase di definizione, ma l’auspicio è che si trovi una soluzione rapida e definitiva, affinché l’uomo possa riavere la pensione e tornare a vivere con serenità. Un episodio che riaccende i riflettori sull’importanza di un sistema più accurato e umano, capace di evitare che errori amministrativi compromettano la vita di cittadini onesti e in buona fede.