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Il protocollo del dress code era chiaro: abito nero e cravatta nera per gli uomini. Eppure, l’uomo più potente al mondo si è presentato con un elegante abito blu, una scelta che strideva non solo con le aspettative, ma anche con il gravoso peso politico che porta sulle spalle. Sembra quasi che stesse per partecipare a una prima comunione piuttosto che all’ultimo saluto per Papa Francesco.
Dall’altra parte, Zelenskyj ha optato per un look decisamente più casual: una giacca da pastore, un abbigliamento che di solito si riserva per momenti di quotidianità, come scendere in garage a prendere una passata di pomodoro. La stridente contraddizione tra i due leader sottolinea una narrazione più profonda: quella dell’apparenza e della sostanza.

Ancora una volta, entrambi non hanno perso l’occasione di attirare l’attenzione su di loro. L’abito di Zelenskyj, che segna una netta rottura con il suo consueto abbigliamento mimetico, potrebbe essere interpretato come un segnale di resa imminente, un gesto simbolico che invita alla speranza in un momento di crisi.
La scena è quindi chiara: l’uomo più potente e l’uomo più discusso al mondo hanno scelto di farsi notare in modo indelebile. Dobbiamo chiederci: quali saranno le conseguenze di questo scambio di messaggi visivi? Siamo dinanzi alla cosa separata pace?