Giovanni Toti ai domiciliari per corruzione: le accuse e i retroscena

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Domenico Panetta
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Genova, 7 maggio 2024 – Un terremoto giudiziario ha scosso la Regione Liguria questa mattina. Il governatore Giovanni Toti è stato arrestato e posto ai domiciliari nell’ambito di una maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Genova e della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Genova.

Le accuse a suo carico sono pesanti: corruzione per l’esercizio della funzione e atti contrari ai doveri d’ufficio. Secondo gli inquirenti, Toti avrebbe ricevuto tangenti e altri favori da imprenditori, tra cui l’immobiliarista Aldo Spinelli, in cambio di concessioni e altri atti illegali.

Oltre al governatore, altre nove persone sono state raggiunte da misure cautelari, tra cui l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova, Paolo Emilio Signorini (finito in carcere), e il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani (anch’esso ai domiciliari, con l’accusa di favoreggiamento mafioso). Un filone parallelo dell’inchiesta è in corso anche a La Spezia, con esecuzioni di misure cautelari per corruzione elettorale.

Le prime reazioni

L’arresto di Toti ha avuto un’ampia eco mediatica e politica. Il presidente della Regione Liguria si è dichiarato “sereno” e fiducioso nella giustizia, ma l’opposizione ha chiesto immediate dimissioni.

Cosa succede ora?

Toti è sospeso dalle sue funzioni da oggi stesso. Nei prossimi giorni si attendono gli sviluppi dell’inchiesta e le decisioni dei magistrati.

Cosa significa per la Liguria?

L’arresto del governatore in carica è un evento senza precedenti per la Liguria. È ancora troppo presto per dire quali saranno le conseguenze politiche di questa vicenda, ma è certo che avrà un impatto significativo sulla regione.