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A Roma, al Vittoriano, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, hanno visitato in anteprima la mostra “La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita” e successivamente hanno inaugurato il restauro dell’Altare della Patria con il fregio di Angelo Zanelli.
“L’ Altare della Patria è un luogo che più di altri rappresenta l’identità nazionale ed il sentire comune degli italiani. Il mio obiettivo è quello di portare qui tanti giovani, affinché questo diventi un luogo che appartiene a tutti, che gli italiani considerino come la loro ‘casa’, soprattutto le giovani generazioni”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano,
“Il Fregio dell’Altare della Patria costituisce un pezzo della nostra storia: va studiato e conosciuto dai giovani perché questa parte di monumento è stata realizzata da un ragazzo, da un giovane. È importante farlo conoscere perché rappresenta la forza di un giovane e quanto questa forza abbia inciso in uno dei monumenti più importanti per il nostro Paese”, ha affermato il Ministro della Difesa, Guido Crosetto.
La mostra e il restauro si inseriscono in un progetto di tutela e valorizzazione dell’Altare della Patria, ideato e realizzato da Edith Gabrielli, direttrice del VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, con l’obiettivo sia di riscoprire la figura e le opere di Angelo Zanelli (San Felice di Scovolo, Brescia,1879 – Roma, 1942) sia di condividere con il pubblico, ricercatori, cittadini e turisti, un luogo simbolo dell’Italia come l’Altare della Patria, dove, forse più nitidamente che altrove, si può ascoltare il battito della Nazione.
Il restauro ha garantito al fregio dell’Altare della Patria la conservazione materiale e al tempo stesso la piena leggibilità. Senza cancellare i segni del passaggio del tempo, l’azione ha consolidato la materia e restituito all’insieme il corretto equilibrio visivo. Oggi si può apprezzare fin nel dettaglio la qualità dell’opera, compresa la scelta polimaterica per la Dea Roma: sono ben visibili infatti sia l’oro del mosaico di fondo della nicchia sia l’argento della statuetta della Vittoria alata e della lancia. L’intervento ha coinvolto anche la Tomba del Milite Ignoto: la pulitura del marmo e il trattamento della corona bronzea e dei bracieri con la fiamma eterna le hanno conferito nuovamente piena dignità.
La mostra “La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita” ospitata nella Sala Zanardelli al Vittoriano, curata da Valerio Terraroli e promossa e organizzata dal VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia in collaborazione con la Fondazione Brescia Musei e d’intesa con l’Archivio Centrale dello Stato, la Soprintendenza speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio e l’Università di Verona, si inserisce in una precisa linea editoriale del VIVE, quella delle cosiddette mostre focus:
«Dopo Bronzo e Oro, questa su Zanelli è la seconda mostra focus promossa dal VIVE – ha detto Edith Gabrielli – Per molto tempo non solo Zanelli, ma tutti gli scultori attivi nel Vittoriano sono rimasti vittime di una mancata comprensione critica. La mostra contribuisce a cambiare il senso delle cose: essa aiuta i visitatori e, perché no?, anche gli studiosi a conoscerli meglio. Ne emerge un quadro diverso e certamente positivo: possiamo così affermare che il grande fregio dell’Altare della Patria è definitivamente restituito al pubblico e alla critica”.
Il primo obiettivo della mostra, è infatti, rivalutare la figura di Angelo Zanelli. L’artista conquistò fama a livello nazionale e anche internazionale grazie al fregio per l’Altare della Patria, come attestano le numerose commissioni per l’America Latina: dopo la sua morte, la sua figura è tuttavia caduta nel dimenticatoio. L’esposizione racconta l’intera carriera dell’artista bresciano, dagli esordi all’ingresso nel Pensionato Artistico Nazionale dell’Accademia di San Luca nel 1903 fino alle prestigiose commissioni degli anni Venti e Trenta, mettendone in luce le mutazioni stilistiche, dal verismo alla scelta simbolista ispirata ai modelli secessionisti viennesi, fino al neomichelangiolismo dei primi anni Venti e al novecentismo dei pieni anni Trenta.
Entro questa dimensione si colloca l’affondo specifico sull’Altare della Patria: la mostra consente di ripercorrerne per intero la vicenda, incrociando gli esiti delle ricerche documentarie con le novità emerse dal restauro. Il racconto comprende il concorso del 1908, il referendum popolare in occasione dell’inaugurazione del Vittoriano nel 1911 che portò alla definitiva vittoria di Zanelli, i vari stadi dell’esecuzione del fregio, l’inserimento della Tomba del Milite Ignoto nel 1921 e la collocazione della statua della Dea Roma nel 1925.
In mostra sono esposti 57 pezzi, compresi 44 elementi in gesso catalogati provenienti dalla Gipsoteca del Vittoriano che vantano un legame con l’Altare della Patria e il suo autore, restaurati anch’essi per l’occasione – un patrimonio fino a pochi mesi fa quasi sconosciuto. Importanti materiali giungono poi in prestito da istituzioni museali e collezionisti italiani.
Nello spirito delle mostre focus del VIVE anche questa esposizione mira alla diffusione della storia dell’Altare della Patria e della figura di Zanelli presso il grande pubblico. Per questa ragione il percorso propone testi di accompagnamento precisi ma di facile lettura e al termine della visita in Sala Zanardelli è stata allestita una sala di realtà immersiva: grazie alla potenza del digitale il visitatore potrà vivere un’esperienza coinvolgente entrando sia nella cerimonia di inaugurazione del Vittoriano nel 1911, sia nello stesso fregio di Zanelli restaurato, grazie alle immagini della campagna fotografica di Mauro Magliani.
La mostra rimarrà aperta fino al 25 febbraio 2024.
Foto di Wendy Petricioli Unsplash