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Negli ultimi giorni, la città di Cassino è stata travolta da una polemica che ha preso piede in modo sorprendente e preoccupante. La minoranza politica ha sollevato un caso attorno alla figura di Rita De Crescenzo, considerata da alcuni cittadini e minoranza politica un ospite non gradito. In meno di 48 ore, commenti e osservazioni avvelenate sono stati sparsi come semi di discordia tra i cittadini, ma anche all’interno delle varie fazioni politiche.
Tra gli episodi di questa bagarre mettiamo in evidenza il post del consigliere di Minoranza, Francesco Evangelista tra l’altro persona a modo e anche simpatica seguiamo i suoi interventi a volte riusciamo a capirli altre no. La sua foto con l’amministrazione, accompagnata dalla didascalia “La De Crescenzo non si tocca, è Robba Nostra”, è un esempio lampante del tono denigratorio e ironico con cui viene trattato un tema delicato come questo. Certo, ogni cittadino ha il diritto di esprimere il proprio disappunto, ma c’è un confine sottile tra la legittima critica e l’attacco personale mascherato da satira.
In questo contesto, mi sovviene immediatamente l’articolo 2 della Costituzione italiana: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. Perché, in effetti, quelli che vengono attaccati non sono solo i diritti di Rita De Crescenzo, ma anche le fondamenta della solidarietà sociale che dovrebbero unire una comunità. Cosa dire di una società che si permette di isolare e denigrare una persona per la sola colpa di essere diversa e di essere successivamente reintegrata nella società? Le parole della minoranza riecheggiano con un eco pesante: in una battaglia politica, il rispetto e la dignità sembrano diventare sacrificabili.
I motivi di tale aggressività sono evidenti. Spedire Rita De Crescenzo di nuovo a Napoli è una mossa che non tiene conto dell’elettorato che potrebbe sostenerla Ignorare questo aspetto significa non avere una visione a lungo termine, né tanto meno un piano concreto per il futuro. Da un anno alle elezioni, la minoranza continua a proporre solo slogan vuoti e nessuna idea realmente costruttiva per Cassino. Qual è la loro strategia? Spostare le università nel centro città o realizzare un mercato coperto come annunciato in campagna elettorale? Dov’è la sostanza dietro queste dichiarazioni? La mia sensazione è che si tratti di pura demagogia, priva di fondamento.
È anche singolare notare come la città di Cassino avesse brillato sui media nazionali solo tre mesi fa. Allora, tutti eravamo orgogliosi del nostro nome, ma ora sembra che si preferisca tacere su argomenti scomodi, riducendosi a fare vignette ad hoc. Perché tanto Omertà su altri argomenti? paura o semplicemente una mancanza di idee oppure mancanza di estro satirico? La domanda rimane aperta, ma una cosa è certa: la città ha bisogno di un dialogo sano e rispettoso, non di divisioni e rancori. È tempo di riflettere su quale modello di città vogliamo costruire e su quali valori vogliamo fondarla. Per carità ad onor di cronaca vero che l’articolo 21 della nostra costituzione garantisce a tutti il diritto di esprimere liberamente le proprie idee, convinzioni, opinioni e pensieri attraverso qualsiasi mezzo di diffusione, come la parola, lo scritto, internet, i social media ma sempre nei dovuti modi.