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Negli anni, abbiamo più volte lanciato l’allarme sulla presenza e la crescente riorganizzazione della criminalità nella zona di Cassino e nella provincia. Un fenomeno che sembra non voler mai spegnersi, anzi, si sta evolvendo e adattando alle nuove dinamiche del mercato illecito. Le relazioni della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) indicano chiaramente clan e zone a rischio, ma c’è un aspetto che merita una riflessione approfondita: le “piazze dello spaccio”.
Cassino si configura come un territorio particolarmente appetibile per le organizzazioni criminali. Tuttavia, come dichiarato da diversi collaboratori di giustizia che abbiamo avuto modo di intervistare in passato, il modus operandi si è trasformato radicalmente. Oggi, il traffico di cocaina non avviene più come un tempo, con il clan che affida la gestione di una piazza di spaccio a un singolo affiliato. La strategia più diffusa consiste nel rendere ogni zona, quartiere o città un punto di riferimento autonomo, creando una rete più ramificata e meno facilmente intercettabile.
Per spiegare meglio: la droga, in questo caso la cocaina, arriva al clan che la riceve, la taglia e la immette nel mercato. Più viene lavorata e tagliata, più aumenta il margine di profitto. Quando la merce arriva sul territorio, spesso dal clan di zona si procede a un’ulteriore suddivisione, per incrementare il business e consolidare il controllo sul mercato locale. In questa logica, si genera una vera e propria guerra per il predominio delle piazze di spaccio: chi controlla il territorio, controlla anche il flusso di denaro e potere.
Nel basso Lazio, questa competizione potrebbe essere particolarmente accesa. Per ora, l’esclusione del pizzo come elemento fondamentale sembra indicare che il vero obiettivo non sia più il mantenimento di un’egemonia attraverso estorsioni, bensì il dominio della piazza di spaccio. Dominare una piazza significa affermare la propria egemonia su un’ampia area, spesso con il rischio di scontri tra fazioni rivali.
Emerge chiaramente come la cocaina abbia un valore superiore al petrolio: un chilogrammo di cocaina, partendo dalla Colombia, costa circa 2.000 euro. A seconda delle rotte e dei mercati, il suo valore può salire fino a 70mila euro in Inghilterra, 54mila in Italia, 45mila in Spagna e 27mila in America. La potenzialità di profitto è enorme: con 10mila euro di cocaina, si può diventare milionario, perché da un chilo di droga, con i tradizionali metodi di taglio, si ricavano almeno tre chili di prodotto vendibile, con un guadagno netto di centinaia di migliaia di euro.
Non bisogna sottovalutare, inoltre, la possibilità che la cocaina possa raggiungere Cassino e il suo hinterland anche via mare, non solo via terra. A pochi chilometri dal nostro territorio si trova un porto, un luogo di transito fondamentale nella storia della criminalità internazionale, dove si sono concentrati traffici di droga di grande portata. La presenza di un porto rappresenta un elemento di grande rischio e una possibile via di accesso per sostanze stupefacenti, rendendo ancora più complessa la sfida di controllo e contrasto.
L’escalation di questa minaccia potrebbe essere riconducibile proprio alla lotta per la supremazia nello spaccio. Se il mercato illegale della droga si stabilizza e si rafforza, le conseguenze sulla sicurezza e sulla qualità della vita delle comunità locali sono destinate ad aggravarsi. È quindi fondamentale che le forze dell’ordine intensifichino i controlli e che la società civile mantenga alta l’attenzione su un fenomeno che, se non contrastato efficacemente, rischia di minacciare il nostro territorio e il futuro delle nuove generazioni.
La sfida è complessa, ma non impossibile. Richiede un impegno coordinato tra istituzioni, forze di polizia e cittadini. Perché la criminalità, come abbiamo più volte sottolineato, è un nemico che si nutre dell’indifferenza e della mancanza di vigilanza. È arrivato il momento di reagire, rafforzando le nostre difese e combattendo con determinazione un fenomeno che, come la cocaina, vale più del petrolio: un vero e proprio problema di sicurezza e civiltà.
