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Qualche ora fa un episodio ha catalizzato l’attenzione di tutti noi cittadini di questa città martire, mettendo in evidenza ancora una volta le contraddizioni e le sfide che attraversano il nostro panorama politico locale. Sul treno ad alta velocità delle decisioni e delle dichiarazioni, sono intervenuti tutti: politici, esponenti di partito, cittadini attenti e “commissari cittadini”. Ma manca ancora qualcuno, un personaggio simbolico, che rappresenti la vera essenza di questa confusione: Pippo, Pluto e Paperino, simboli di come spesso le figure politiche sembrano più personaggi di un cartone animato che protagonisti di un reale processo decisionale.
Questa mattina è toccato a Tiziana Stavole, commissaria cittadina di una delle forze del centrodestra noi moderati partito con lo 0,9% nazionale, vedi fotoriprodotta) Stavole interviene su questioni che richiederebbero serietà e competenza. Ma ci chiediamo: come può una figura nominata, senza una legittimazione elettorale diretta – come quella di un commissario cittadino di partito (ruolo creato dai partiti, non riconosciuto)– pretendere di richiedere un tavolo tecnico territoriale per valutare la fattibilità di opere pubbliche, quando lo stesso partito che la sostiene non ha garantito una lista alle ultime elezioni nella città martire? È una domanda semplice, ma che apre a riflessioni profonde sulla credibilità e sulla coerenza delle nostre istituzioni. Ma soprattutto Stavole è a favore della tratta Ferentino-Supino oppure è favore della tratta che coinvolgerebbe la città martire? Quello interessa la sua posizione non la richiesta di un tavolo. Non è di sua competenza.
Noi, moderati e cittadini responsabili, crediamo fermamente nel valore della partecipazione democratica e nel rispetto delle regole del gioco. Ma entro certi limiti. Tuttavia, non possiamo ignorare che la lotta per una fermata TAV a Ferentino-Supino o per la tratta di Cassino non può essere ridotta a un mero esercizio di propaganda o a un teatrino di visibilità . La questione si fa seria quando si parla di infrastrutture, di sviluppo, di futuro per le nostre comunità. E allora ci chiediamo: la presenza di commissari cittadini, (ricordiamo che tecnicamente il commissario cittadino equivale al commissario prefettizio), spesso nominati senza un chiaro mandato elettorale, rischia di essere più un tentativo di occupare spazi che un reale servizio al territorio?
Il problema più grande è che questa situazione sta sfuggendo di mano. Invece di lavorare sodo per garantire progetti concreti, le forze politiche di centrodestra sembrano più interessate a piazzare figure o a riempire vuoti. È opportuno che i partiti inizino a lavorare con serietà, credibilità e coerenza, rispettando il ruolo di ciascuno: la politica deve essere il motore delle scelte, mentre i tavoli tecnici devono essere strumenti di supporto, non strumenti di propaganda.
Se si decide di convocare un tavolo tecnico, la distinzione tra ciò che è politico e ciò che è tecnico deve essere chiarissima. Un tavolo tecnico senza una chiara connotazione politica rischia di essere un’insalata mista, gradevole forse al palato di chi ama l’effimero, ma poco utile per il bene reale delle nostre comunità. E in questo caldo torrido, non abbiamo bisogno di insalate miste, ma di decisioni chiare, di progetti concreti e di una politica che sappia dialogare con competenza e responsabilità.
In conclusione, ci rivolgiamo alla politica: il tempo delle parole è finito. È ora di passare ai fatti, di mettere da parte le polemiche e di lavorare seriamente per il bene di questa città e delle sue frazioni. Solo così potremo uscire dal pantano della confusione e costruire un futuro più solido e credibile, senza “insalate miste” che rischiano di accontentare tutti, ma di non risolvere nulla.