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Di Prof. Mario Costa

“Corriamo verso Montecassino”, “Monte Cassino trek”, la “Maratonina dei ragazzi speciali”: alle tradizionali manifestazioni sportive, che animeranno la nostra città in questo fine settimana, è stato dato e, sicuramente, si continuerà a dare risalto da parte degli organi di informazione. A noi qui, invece, preme parlare dell’instancabile organizzatore principe, vale a dire del presidente di Aprocis, l’associazione sportiva cittadina nata nel 2002. A noi sembra doveroso (almeno per una volta) dire qualcosa di uno che da più di venti anni si prodiga, con crescente entusiasmo, a tenere in vita eventi che “coniugano alla perfezione sport, cultura e sociale”; di uno, insomma, che la sua mano a diffondere attraverso lo sport valori come l’inclusione e la solidarietà la dà. E non da ieri.
All’anagrafe del comune della città martire è registrato come Antonio Tortolano, ma per gli amici è “Antoine il francese” per via di una trentina di anni trascorsi a Parigi; ma ancor più per il continuo suo riferimento alla Francia e per l’uso frequente della lingua di quel paese che padroneggia in maniera impeccabile. Nei cinque anni passati da consigliere comunale durante l’amministrazione di Peppino Petrarcone, di Antoine sono rimasti memorabili gli interventi in sala Di Biasio, inevitabilmente da lui chiusi suggerendo, per un problema simile a quello in discussione, soluzioni (talvolta fantasiose perché fuori contesto) escogitate dai cugini d’oltralpe. Cosa accolta quasi sempre da un affettuoso quanto divertente “uffààà, tu e ‘sti francesi!!!”, sbottato in coro dai colleghi consiglieri. Compresi quelli della sua maggioranza, ovviamente.
Conoscendolo bene, siamo certi che non sia il lucro (ammesso sia facile trarne da iniziative di questa natura) ad alimentare in lui le energie nella organizzazione, alquanto impegnativa e per molti aspetti anche alquanto stressante, di siffatti eventi. Ci metteremmo le mani sul fuoco, come si dice.

Un motivo, invece, credo stia nella genuinità di un infinito suo amore per qualsiasi attività sportiva. In particolare per il ciclismo e l’atletica, che personalmente continua a praticare anche a livello agonistico, nonostante la “inesorabile discesa degli anni” (per dirla con il poeta) cominci forse a presentare anche a lui qualche inevitabile piccolo acciacco. Ma, comunque la si rigiri, la sua vita continua a ruotare attorno allo sport, che lo ha portato a stabilire e, nel caso dei polacchi, a rendere sempre più forte il tradizionale rapporto di amicizia della nostra città con quel popolo. Per l’appuntamento di quest’anno sono in città, tra atleti e turisti, 150 cittadini di quella nazione. Non c’è dubbio che eventi così uniscano.
Ma alla base di quello che assicura la permanenza in vita di tale appuntamento annuale, oltre l’amore incondizionato per lo sport, c’è qualcosa di altrettanto forte, se non di più: è l’amorevole impegno verso i deboli, i diversamente abili, che di attenzione e di amore indubbiamente hanno bisogno più di altri. Sì, per loro, per quei “ragazzi speciali” di oltre 20 anni fa e per altri ancora, che sempre traggono dal partecipare motivo di gioia, di gratificazione, il piacere di sentirsi “importanti” insieme agli altri a gareggiare nella “maratonina” a loro riservata. Sta qui la fiamma che alimenta la forza di continuare un cammino intrapreso tanti anni fa da un animo buono che ama la vita, attento in particolare a chi dalla “vita” non deve essere accantonato.
Sta qui la ragione di questo nostro scritto: dire pubblicamente grazie, anche a nome di tanti, al “Francese”, nostro caro amico. Grazie certamente per l’entusiasmo, per la capacità di aggregazione, per la tenacia e la bravura nel fare certe cose. Ma soprattutto per il bell’esempio. Grazie Antoine. Il tuo riferimento è rimasta la Francia, ma il tuo cuore è italiano.