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Cassino – Da ieri, la monumentale opera del maestro Renato Ranaldi, dal titolo “Come Piove Piange”, troneggia nello spazio dell’ingresso principale della villa comunale nel Corso della Repubblica, in precisa posizione prospettica con quella dello scultore Mastroianni (“L’esplosione di una bomba”), posizionata anni fa sulla Rocca Janula. E da lì ben visibile dalla città.
E’stato lo stesso Ranaldi a rilevare questa che non è stata solo una fortuita coincidenza. Lo ha fatto nella snella cerimonia di inaugurazione di ieri pomeriggio, presente il sindaco Enzo Salera, il suo vice, Gino Ranaldi (omonimo dell’autore dell’opera), l’assessore Gabriella Vacca, la presidente del Consiglio Comunale, Barbara Di Rollo, i consiglieri comunali Rosario Iemma, Edilio Terranova, Iole Falese, Fabio Vizzacchero, Ornella Rodi. Presenti naturalmente Brunella e Andrea Longo, esponenti della famiglia Longo che hanno fatto dono alla città dell’opera di notevole valore “ Un gesto di generosità – l’ha definito il sindaco – che evidenza l’amore per Cassino da parte di questa famiglia dell’imprenditoria sana della nostra città. A loro va il ringraziamento sincero, sentito, da parte mia e della città per questo concreto dono.”. Il pensiero di molti lì presenti per un momento è volato anche al compianto capostipite della famiglia Longo, a Sergio, indimenticato grande imprenditore dallo “sguardo lungo”, cassinate orgoglioso di esserlo, papà di Brunella e Andrea, che proseguono nell’impegnativo cammino della gestione del prestigioso museo privato Camusac.
Riguardo alla scelta del posto, “un punto importante, nevralgico – ha detto il sindaco – che viene che viene riqualificato, uno spazio che tra qualche settimana ridaremo alla vivibilità della città”, Salera ieri ha rimarcato come l’amministrazione comunale, in raccordo con i donatori, ha ritenuto opportuno collocare la scultura proprio all’ingresso della Villa, perché punto di ampia frequentazione e di intenso passaggio.
A proposito del significato simboleggiato da “Quando Piove Piange”, il maestro Renato Ranaldi ne ha ieri rimarcato la doppia valenza: “Da un lato il pianto – ha detto – rappresenta la felicità, la gioia, l’orgoglio di essere un mito, dall’altro richiama invece la tristezza per il dolore che c’è nel mondo a causa della violenza, delle guerre, dell’ingiustizia. C’è da augurarsi che, nell’agorà, quelle lacrime accendano qualche riflessione e il desiderio di una concordia”.