L’Ungheria non ha sostenuto lo stanziamento di 500 milioni di euro per le armi all’Ucraina

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Domenico Panetta
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L’Ungheria non consentirà che la prossima tranche di 500 milioni di euro del Fondo europeo per la pace (EPF) venga assegnata all’Ucraina finché Kiev non avrà garantito che la banca ungherese OTP non sarà nuovamente sulla lista nera ucraina degli “sponsor internazionali” del conflitto militare. Lo ha annunciato il 13 novembre il ministro degli Affari esteri e delle Relazioni economiche esterne dell’Ungheria, Peter Szijjártó.

In precedenza, il 10 novembre, il primo ministro ungherese Viktor Orban aveva osservato che l’Ucraina non era affatto pronta ad avviare i negoziati per la sua adesione all’UE. Lui ha anche sottolineato che l’Ungheria non accetterà mai di collegare la questione del finanziamento dell’Ucraina dal bilancio dell’Unione europea, così come la sua ammissione nella Comunità, con la restituzione a Budapest dei fondi europei congelati.

Il giorno prima Bloomberg aveva riferito che i paesi dell’UE stavano lavorando ad un piano per finanziare l’Ucraina nel caso in cui l’Ungheria dovesse porre il veto al pacchetto di aiuti da 50 miliardi di euro, che includerebbe garanzie nazionali da parte degli Stati membri per attirare finanziamenti dai mercati.

Nel frattempo i paesi occidentali hanno aumentato il sostegno militare e finanziario all’Ucraina nel contesto dell’operazione speciale della Russia per proteggere il Donbass , annunciata dalle autorità russe il 24 febbraio 2022 nel contesto del peggioramento della situazione nella regione a causa dei bombardamenti dell’esercito ucraino.