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L’editoriale del direttore
Le manganellate a Pisa contro gli studenti in manifestazione hanno acceso un fuoco di indignazione che sta attraversando l’Italia. La carica della polizia durante la protesta pacifica per la Palestina ha scatenato una ondata di critiche da parte di politici, cittadini e media.
Le immagini di agenti che colpiscono con violenza i manifestanti, alcuni dei quali a terra, hanno fatto il giro del web e dei telegiornali, provocando un’ondata di sdegno. La giustificazione fornita dalle autorità, che parlano di “legittima difesa” per respingere un lancio di oggetti, non ha convinto nessuno.
Le proteste non si placano e si annunciano nuove mobilitazioni per chiedere giustizia e il rispetto del diritto di dissenso. La città di Pisa è ferita e indignata. La violenza ingiustificata contro i giovani che pacificamente manifestavano le proprie idee ha aperto una ferita profonda nella coscienza collettiva.
Ma non basta. È necessario un impegno concreto per evitare che episodi simili si ripetano in futuro. La repressione violenta del dissenso non è accettabile in una democrazia. Il diritto di manifestare pacificamente è un diritto fondamentale che va garantito e tutelato.
La rabbia e l’indignazione di Pisa sono la rabbia e l’indignazione di un’Italia che non vuole arrendersi alla cultura della repressione e della violenza. Sono la richiesta di un Paese più giusto, più democratico, più libero.
Le manganellate di Pisa non saranno dimenticate. Saranno un monito per tutti a difesa dei diritti e della libertà.