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Nella mattinata di ieri, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, emesso dalla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, di due beni immobili siti nel Comune di Casal di Principe, riconducibili a SETOLA Giuseppe, che le sentenze pronunciate dai giudici di questo Distretto hanno acclarato, in via definitiva, essere stato uno degli esponenti di vertice dell’associazione camorrista denominata “clan dei casalesi”. Si tratta di una villetta autonoma su due livelli, di quasi 400 mq e di un altro fabbricato di circa 120 mq edificato su un terreno adiacente, risultati, fittiziamente, intestati alla figlia ed alla suocera del SETOLA.
Il provvedimento è stato disposto nella fase dell’esecuzione della pena, essendo, il medesimo SETOLA, stato condannato, in via definitiva, per gravi reati di omicidio ed altro, accertati come eseguiti con metodo mafioso e comunque al fine di agevolare la organizzazione camorrista c.d. dei casalesi.
Infatti, questa Procura, avendo operato nell’ambito del protocollo di coordinamento investigativo con la Procura di Napoli, Direzione distrettuale antimafia, la Procura Generale presso la Corte d’appello di Napoli e la Direzione Nazionale Antimafia, ha fondato la propria richiesta sulla sentenza definitiva di condanna, dello scorso gennaio 2021, del medesimo SETOLA, per duplice omicidio consumato nell’ottobre 1997, pronunciata dalla Corte di Assise di S. M. C. Vetere; nonché sull’esito di approfonditi accertamenti, anche di natura patrimoniale, che hanno consentito di ricostruire la sproporzione fra la disponibilità dei medesimi beni e le capacità reddituali del Setola e dei suoi familiari. Tanto da far ritenere, allo stato e in attesa della decisione definitiva del giudice sulla confisca, che il loro acquisto sia avvenuto, reimpiegando il denaro derivante dalle attività criminali condotte dal citato affiliato di vertice del clan dei Casalesi. Grazie all’analisi di una consistente ed eterogenea mole di dati è stato possibile stimare il valore complessivo dei due sopra descritti immobili, pari all’importo di oltre 450.000 euro.
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti della persona condannata in via definitiva, nonché dei titolari degli immobili, in considerazione dell’attuale fase del sequestro, in attesa della decisione del giudice sulla richiesta di confisca che, sarà pronunciata, all’esito del contraddittorio con le difese, dalla Corte d’Assise di Santa Maria Capua V etere, che potrebbe risolversi anche con la revoca del sequestro e la restituzione dei beni, salvi gli ulteriori rimedi di impugnazione.