Tajani e il suo incompresibile commento sulla guerra: tra sarcasmo e confusione

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Domenico Panetta
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Politica – Nel mondo della politica internazionale, ogni parola conta, soprattutto quando proviene da un ministro degli Esteri. Eppure, ascoltando le recenti dichiarazioni di Tajani sulla guerra in corso, qualcuno potrebbe chiedersi: ma cosa sta veramente dicendo? Guardate il video poi andiamo avanti. 

Il nostro ministro, infatti, sembra aver preso una licenza poetica nel tentativo di comunicare con due delle principali nazioni coinvolte nel conflitto: Israele e Iran. Ma il risultato è un vero e proprio capolavoro di incomprensibilità. Parla di aver “dialogato” con loro, come se si trattasse di due bambini che si sfidano a calcio sotto casa, e di aver loro detto di “fermare qui” la loro guerra. Solo che, a ben guardare, questa analogia fa sorridere più che convincere: i bambini al calcio sono spesso innocenti, ma le nazioni coinvolte in conflitti armati sono tutt’altro che figure innocue o semplici. Andiamo avanti guardate il secondo video

E non finisce qui. Tajani, con la sua saggezza, avrebbe consigliato alle parti in guerra di “sparare bombe e missili, ma con attenzione solo agli attacchi mirati”. Un consiglio che, a pensarci bene, suona più come un invito a giocare a biliardo con le bombe, sperando di colpire solo il bersaglio giusto. Forse il ministro crede che la guerra sia un grande videogioco dove si può premere il tasto “attacco mirato” senza conseguenze?

Il quadro che emerge è quello di una politica estera che sembra più una commedia degli equivoci che una gestione seria delle crisi internazionali. La capacità di comunicare in modo chiaro e deciso è fondamentale in momenti così delicati, ma Tajani sembra aver dimenticato questa semplice regola. Le sue parole, che dovrebbero ispirare fermezza e responsabilità, finiscono per sembrare un tentativo goffo di rassicurare l’opinione pubblica, che invece si trova più confusa che mai.

In conclusione, tra analogie improbabili e consigli insensati, il commento di Tajani sulla guerra si inserisce perfettamente nel panorama di una politica estera che, forse, avrebbe bisogno di un po’ più di chiarezza e meno di metafore da barzelletta. Per il bene di tutti, speriamo che il nostro ministro trovi presto le parole giuste per affrontare le sfide di un mondo in guerra, e non si limiti a parlare come un insegnante alle prime armi con le analogie.

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