WTO (Ministero del Commercio Mondiale). I suoi trattati incostituzionali.

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Domenico Panetta
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L’organizzazione è nata nel 1995 durante una sessione dei negoziati del Gatt, General Agreement on tariffs and Trade (accordo generale sulle tariffe e sul commercio) . La sede principale si trova a Ginevra e lo scopo ufficiale è quello di liberalizzare il commercio e abbassare le barriere tariffarie. A differenza del GATT, però, il WTO è stato strutturato in modo tale da avere un vero e proprio esecutivo composto da un direttore e da quattro vicedirettori, un’assemblea dei rappresentanti degli stati appartenenti e un organo che analizza e giudica le politiche commerciali dei singoli stati.

L’organizzazione si occupa, in pratica, di tutto quello che ha a che fare con il commercio mondiale: investimenti, concorrenza, trasparenza dei prezzi, liberalizzazione dei mercati, eccetera eccetera.
Le decisioni vengono prese per votazione o per consenso. Naturalmente, i paesi più ricchi come usa, Giappone, Europa (i tre paesi che formano la commissione trilaterale) hanno un peso decisionale maggiore rispetto ai membri per così dire più poveri. Tale discrepanza viene evidenziata dal Dispute Settlement Process che permette ai membri della WTO di portare avanti a una corte Internazionale uno stato che Violi le regole del WTO stesso. Molto spesso, se lo stato che cita in giudizio è potente come gli Stati Uniti d’America, la sentenza è pressoché scontata. Si tratta di un “tribunale commerciale” molto speciale che opera per conto del potere economico. Nessuno appello né tantomeno la possibilità di rivolgersi a corti e/o giurie esterne. Tutti i panni si lavano in casa!
Una volta emessa la sentenza, molto spesso di colpevolezza e ancor più spesso abrogante leggi su salute e ambiente, lo Stato è costretto in brevissimo tempo a scegliere tra la modifica delle leggi nazionali per adattarle alle nuove esigenze, pagare delle multe salatissime oppure subire delle sanzioni commerciali  un esempio calzante di questo sistema per nulla democratico riguarda ciò che è avvenuto nel 1980, quando l’Europa, per vietare l’uso di ormoni sintetici negli allevamenti bovini, decise di bloccare l’importazione di carne dagli Stati Uniti. La saggia decisione non piacque agli americani che trascinarono l’Europa di fronte al WTO. Risultato: sanzioni per 340 miliardi di dollari! Sanzioni comminate non agli Stati Uniti, colpevoli di esportare carne inquinata e pericolosa per la salute, bensì all’ Europa. Non stupisce, quindi, la crescente contestazione a livello mondiale contro il WTO e i suoi trattati in costituzionali.