Cassino: Eravamo cinque amici al Bar. 35.089 abitanti, 5 candidati alle primarie cittadine

Tempo di lettura: 2 minuti
Domenico Panetta
Seguimi

Pronto, noi partiamo con le primarie.
E chi siete per decidere? Abbiamo immaginato così la spaccatura tra civici e centrodestra in una classica telefonata

Cassino 35.089 abitanti è il censimento che riporta Wikipedia, alle primarie solo 5 candidati. Se volevamo una prima risposta alla bontà del progetto l’abbiamo avuta. Dei cinque candidati l’unico a non aver mai avuto in vita sua una tessera di partito è Giorgio Di Folco (così come abbiamo sottolineato nel precedente articolo). Il vero civico di questa pre competizione elettorale.
La macchina delle primarie non è stata in grado di coinvolgere sia i giovani (dai 18 anni in poi) che i meno giovani. Anzi i meno giovani dai 16 anni in poi saranno utilizzati per esprimere la loro preferenza nella scelta del candidato sindaco (Nemmeno Di Maio avrebbe osato così tanto). Nessun cittadino e nessun imprenditore si è rispecchiato in un progetto “così ambizioso”.  Perché?  È lapalissiano non constatare che il sindaco in carica, Enzo Salera risponderà con fatti e opere realizzate e sarà  difficilissimo dimostrare il contrario in campagna elettorale.

Non è chiara la posizione che prenderanno i candidati qualora il centrodestra dovesse presentare un nome competitivo, è una domanda che non trova risposta ognuno ha una propria idea tant’è che nella presentazione ufficiale dei candidati del 28 dicembre 2023 è stato posto questo interrogativo dal  conduttore radiofonico di Radio City che ha colto di sorpresa i partecipanti. Come si apprende dal video (reperibile sulla pagina di Radio City) è tempestivamente andato in loro soccorso uno dei garanti per lo svolgimento delle primarie. L’unico a prendere una posizione netta è stato Di Folco ” non faccio nessun passo indietro”.  A questo punto l’interrogativo che in città tutti si pongono è il seguente: Chi potrebbe beneficiare oltre l’attuale sindaco di questa spaccatura tra “civici” e centrodestra? Chiaramente chi muove i fili per il semplice motivo che in caso di vittoria si prenderà i meriti in caso di sconfitta farà altrettanto rivendicando la bontà del progetto. Concludendo sembra proprio che questo tam-tam  sia un problema di egemonia politica sul territorio. La sete di potere non ha mai portato benefici al popolo ma ha arrecato più danni di una guerra.