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Tragedia a Scampia nella serata di ieri, 22 luglio 2024: un ballatoio in ferro della Vela Celeste è crollato causando la morte di due persone e il ferimento di altre 12, tra cui 7 bambini.
Il cedimento è avvenuto intorno alle 22:30 al terzo piano dell’edificio, trascinando giù anche i ballatoi dei piani inferiori. L’impatto è stato violentissimo e non ha lasciato scampo a un uomo di 29 anni, deceduto sul colpo, e a una donna di 35 anni, che si è spenta poco dopo il ricovero in ospedale.
Tra i feriti, alcuni versano in gravi condizioni e sono stati ricoverati presso i principali ospedali cittadini: il Cardarelli, l’Ospedale del Mare e il Santobono.
Le cause del crollo sono ancora in corso di accertamento, ma si ipotizza che la vetustà e la mancanza di manutenzione dell’edificio siano i principali fattori di rischio. Le Vele di Scampia, infatti, sono note per le loro precarie condizioni e da anni sono oggetto di denunce da parte dei residenti che chiedono interventi di messa in sicurezza.
La tragedia ha provocato sgomento e rabbia nella comunità locale, che si interroga sull’ennesimo episodio di cronaca nera che colpisce uno dei quartieri più emarginati di Napoli. Le autorità competenti hanno aperto un’indagine per accertare le responsabilità e per evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro.
Oltre alle vittime e ai feriti, il crollo ha causato ingenti danni all’edificio e ha reso inagibili diverse abitazioni. Sul posto sono intervenute squadre dei vigili del fuoco, dei carabinieri, della polizia e delle ambulanze.
Il crollo del ballatoio a Scampia è un monito drammatico sulle condizioni in cui versano molti edifici in Italia, soprattutto nelle periferie delle grandi città. È necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza dei cittadini e per evitare che tragedie come questa possano verificarsi ancora.