L’azione del Parlamento per garantire un salario minimo equo nell’UE

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Domenico Panetta
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Il Parlamento ha approvato la nuova legislazione che mira a garantire salari minimi tali da consentire una vita dignitosa nell’UE

Da diversi anni il Parlamento chiede misure a livello europeo per garantire un reddito dignitoso a tutti i lavoratori. La povertà lavorativa nell’Unione europea è aumentata negli ultimi dieci anni e le recessioni economiche, come quella vissuta a livello globale durante la crisi del Covid 19, mostrano che salari minimi adeguati hanno un ruolo importante nella protezione dei lavoratori a basso salario, poiché sono più vulnerabili.


A settembre 2022, gli eurodeputati hanno approvato la nuova normativa per migliorare l’adeguatezza dei salari minimi. Il Parlamento si auspica che tale misura aiuti i Paesi UE a raggiungere una crescita salariale reale ed ad evitare la concorrenza sul costo del lavoro nel mercato unico. Questo provvedimento punta inoltre a contribuire alla riduzione del divario retributivo di genere, dal momento che nell’UE quasi il 60% dei salariati minimi sono donne.


A seguito della proposta della Commissione europea sulle norme volte a migliorare l’adeguatezza dei salari minimi, a giugno i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo. Le nuove regole saranno messe ai voti durante la plenaria di settembre.

La crisi dell’epidemia Covid-19 ha dimostrato la necessità di un salario minimo equo nell’Unione europea. Molti dei lavoratori occupati in prima linea durante la pandemia quali badanti, operatori sanitari, infermieri di asili nido e personale delle pulizie, guadagnano solo un salario minimo e di questi il 60% circa sono donne.

I deputati si auspicano che le regole portino i paesi dell’UE a ottenere una crescita salariale reale, arginando la concorrenza del mercato unico sul costo del lavoro, oltre a contribuire alla riduzione del divario retributivo di genere, dal momento che quasi il 60% dei lavoratori a salario minimo sono donne.

Scoprite di più sull’azione dell’UE per i diritti dei lavoratori.

Cosa comporta la nuova normativa UE sui salari minimi?

I paesi dell’UE dovranno assicurarsi che il loro salario minimo legale nazionale consenta uno standard di vita dignitoso. Per determinarlo possono essere utilizzati strumenti come:

• Un paniere nazionale di beni e servizi a prezzi reali, che potrebbe includere attività culturali, educative e sociali
• Confronto del salario minimo con valori di riferimento comunemente utilizzati a livello internazionale, come il 60% del salario medio lordo o il 50% del salario medio lordo
• Il confronto del salario minimo netto con la soglia di povertà
• Il potere d’acquisto del salario minimo

Altre azioni che i governi nazionali dovranno intraprendere includono:

• Promuovere la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari
• Aggiornare i salari minimi legali almeno ogni due anni, o al massimo ogni quattro anni per quei paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatica
• Imporre le ispezioni del lavoro per garantire la conformità e affrontare condizioni abusive nei rapporti di lavoro
• Garantire che i lavoratori abbiano accesso alla risoluzione delle controversie e il diritto al ricorso

Tutti i paesi dell’UE avranno lo stesso salario minimo?

No. Ciascun paese stabilirà il proprio livello del salario minimo, fissato in base alle condizioni socioeconomiche, al potere d’acquisto, ai livelli di produttività e agli sviluppi nazionali.

I paesi in cui gli stipendi sono fissati esclusivamente attraverso contratti collettivi (si veda di seguito) non saranno obbligati a introdurre un salario minimo legale.

Perché è necessaria una legge sul salario minimo a livello UE?

Per salario minimo, si intende il salario più basso che i lavoratori dovrebbero ricevere. Sebbene l’importo del salario minimo vari da un paese dell’UE all’altro, nella maggior parte dei casi questo non è sufficiente a coprire tutte le spese quotidiane. Nel 2018 su 10 lavoratori a salario minimo, quasi 7 hanno incontrato difficoltà a far quadrare i conti.

Esistono due forme di salario minimo nei paesi dell’UE:

Salari minimi legali: regolati da statuti o leggi formali e la maggior parte degli Stati membri dispone di tali norme.
Salari minimi determinati dai contratti collettivi: gli stipendi sono determinati attraverso accordi collettivi tra sindacati e datori di lavoro e talvolta includono salari minimi. Tali contratti attualmente esistono in sei paesi dell’UE: Austria, Danimarca, Cipro, Finlandia, Italia e Svezia.

Nel 2020 la Commissione ha pubblicato una proposta di direttiva per garantire un adeguata retribuzione e per assicurare condizioni di vita e lavorative nell’UE. La proposta non punta solo a proteggere i lavoratori nell’UE, ma anche a colmare il divario retributivo di genere, rafforzare gli incentivi al lavoro e crear condizioni di parità nel mercato unico.

La proposta tiene conto delle competenze nazionali e della libertà contrattuale delle parti sociali, senza fissare il livello dei salari minimi.

Questa direttiva si propone di a promuovere la contrattazione collettiva dei salari in tutti i paesi dell’Unione europea. Per i paesi con salario minimo legale, l’obiettivo della direttiva è quello garantire che gli importi fissati siano adeguati, tenendo conto delle condizioni socioeconomiche e delle differenze regionali e settoriali.

Con la proposta di un quadro che fissi norme minime e senza fissare un salario minimo comunitario, la Commissione vuole rispettare l’autonomia degli Stati membri e delle parti sociali.

La commissione per l’occupazione del Parlamento ha accolto la nuova normativa per salari adeguati in tutta l’UE e ha approvato una mandato di negoziazione nel mese di Novembre 2021. A seguito dell’approvazione in plenaria, avranno inizio i negoziati con il Consiglio sulla versione finale della nuova legge.

Così il Parlamento Europeo