Milano: ira contro mercato dei bambini

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Domenico Panetta
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E’ prevista a Milano per il 20/21 maggio, la fiera inerente le adozioni, le gravidanze, le nascite in vitro ed in generale l’anelito alla genitorialita’, con personale medico a confronto con l’utenza. Il tutto presso lo Spazio Antologico di via Mecenate 84. Anche se il governo Meloni sta legalizzando degli argini al fenomeno della fecondazione in vitro e delle famiglie con prole di nuova concezione, sono sempre maggiori le organizzazioni sociali, politiche, accademiche, imprenditoriali e clericali, che suffragano tali azioni concernenti le fecondazioni assistite, le famiglie composte da persone dello stesso sesso, le unioni transessuali nella cornice medesima dei matrimoni tradizionali ed il mercato della procreazione artificiale. E’ recente il pronunciamento della Corte Costituzionale in base al quale dei giudici, al settentrione, hanno aborrito di riconoscere il cognome della donna a fare le veci del padre, rispetto una bambina con una madre naturale ma fecondata artificialmente e protagonista di una annosa relazione che la vede coppia fissa con un’altra donna: a essa si e’ predisposta come padre, riconosciuta dal tribunale come cognome principale da attribuire alla bambina. A tal proposito non si sa come effettivamente sta procedendo il processo di Bibbiano, anche se tutto lascia supporre che esso sia la punta dell’iceberg di una rete fitta ed intrecciata di pedofilia nazionale che affidava, in molteplici casi, i bambini a degli orchi.

Sulla manifestazione di Milano destano scalpore le locandine relative ad una sorta di fogli illustrativi a scopo promozionale per la creazione e la vendita di bambini ad un pubblico affamato di genitorialita’, che non e’ solo composto da persone omosessuali, bensi’ anche da coppie tradizionali con problemi di sterilita’ e di altro tipo. Tuttavia l’invettiva di associazioni tradizionaliste ed antiaborto come “Pro vita” infiamma il web, mentre i volontari e gli impiegati di tali organizzazioni, si prodigano nel contrastare l’utilizzo dell’utero in affitto rimarcando la netta separazione fra generi ed il diritto dei bambini ad essere cresciuti in maniera tradizionale. Anche con cartelloni stradali recenti ripresi e condivisi presso piccoli centri urbani, che descrivevano l’utero in affitto come crimine contro le donne e l’umanita’. Visitando il sito di “Pro vita” ci si imbatte in foto di cliniche ucraine che presentano le loro offerte di nascite in vitro, mediante immagini di sale gremite di neonati, accuditi da personale sanitario ed in ambiente ben curato, in attesa della consegna ai genitori. Questo nelle cliniche specializzate dell’Ucraina con tariffario allegato, che parte dai diecimila euro fino ai cinquantamila per bambino. Nel caso summenzionato che ha negato l’apposizione del cognome del genitore donna sotto la veste paterna, alla bambina concepita con fecondazione assistita assieme alla moglie, si apre uno scenario giuridico atipico: ovvero una sorta di contraccolpo psicologico ed emozionale per la bambina, ora di circa due anni, la madre e la moglie della madre che intervistata, parla in lacrime. Infatti il tribunale che ha abrogato il riconoscimento del cognome della moglie della madre alla minore, avrebbe calpestato per il genitore colpito, un consolidato rapporto che andava avanti e si corroborava, tra tutti i componenti del nucleo famigliare.

Georgetti sul sostegno alle famiglie classiche, di due figli almeno, si appresta a presentare un provvedimento di sgravi fiscali di diecimila euro annui, a prescindere dall’entita’ del reddito famigliare, che si andrebbe ad aggiungere ai mille euro stanziati alla famiglia, appena nasce un figlio. Cio’ in affiancamento ai supporti governativi gia’ in atto, che con un secondo figlio assicurano 570€ annuali. Meloni si sta muovendo, sul versante famigliare, apparentamente in antitesi alle prescrizioni europee che reclamano la normativizzazione delle famiglie con figli composte da omosessuali o transessuali, dal punto di vista dei cognomi e del valore matrimoniale che deve essere completamente coincidente con quello degli sposalizi tradizionali e delle famiglie con prole tradizionale. Mentre il Vaticano ha esortato i giovani a procreare maggiormente, nelle recenti parole del pontefice. Ad ogni modo le associazioni Pro Vita reclamano sussidi per rintuzzare gli attacchi dei propri esponenti e dei propri politici, che a livello occidentale stanno riscontrando, da un po’ di tempo a questa parte, attacchi giuridici, politici, economici e vessazioni con minacce anche fisiche, per cui esortano a donazioni mensili o annuali per pagare i loro difensori e portare all’attenzione dei parlamenti, quelli che sono i concetti ispiratori della propria concezione. Inoltre le associazioni antiabortiste italiane ed oriunde, auspicano finanziamenti diretti dai propri simpatizzanti, propedeutiche all’affitto di spazi pubblicitari fisici cittadini ed extraurbani, per promanare le loro iniziative ed idee.

Il tema denatalita’ italiana ha mosso anche l’uomo piu’ ricco del mondo, Elon Musk, che esorta l’ausilio per l’Italia in quanto con la tendenza demografica attuale, potrebbe estinguersi nell’arco di meno di due secoli. Sul versante dell’immigrazione clandestina come volano di ripopolamento, e’ stato accertato in base a ricerche nuove, quanto anche per gli immigrati stanziali il tasso di natalita’ sia inferiore a tre figli, alla stessa stregua di quello degli italiani; di conseguenza il fattore della decrescita demografica non attiene solo agli italiani, bensi’ alle condizioni di lavoro economicamente precarie od insufficienti, dell’intero mercato del lavoro. Secondo gli euroscettici questa similitudine tra italiani ed immigrati in tema di figli, e’ causata dal dogma dell’austerita’ finanziaria che obbliga al blocco delle spese in deficit e della garanzia pubblica sul debito, teleologici alla recisione delle imposte sul lavoro e sui consumi ed al rilancio degli investimenti sul lavoro pubblico e privato.