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Sotto accusa il possibile successore di Lo Russo, Gallo Jr., accusato di compravendita di voti e legami con la ‘Ndrangheta. Un’inchiesta che scuote le fondamenta della democrazia locale e getta un’ombra inquietante sul futuro della città.
Se non mi trovi cinquanta voti ti tolgo il saluto». Così diceva al telefono Salvatore Gallo, 85 anni, figura storica della politica a Torino, alla vigilia delle elezioni amministrative del 2021. Quei voti non erano per sé, ma per uno dei tanti candidati del Pd che voleva piazzare in consiglio comunale o nelle circoscrizioni.
Le accuse mosse dalla magistratura contro Gallo Jr. sono gravissime: compravendita di voti, intimidazioni, legami con esponenti della ‘Ndrangheta. Se confermate, si tratterebbe di un vero e proprio assalto alla democrazia, un tentativo di condizionare il voto popolare con metodi mafiosi.
Non possiamo permettere che questo accada. La politica non può essere ostaggio della criminalità organizzata. I cittadini di Torino hanno diritto a elezioni libere e trasparenti, in cui a prevalere sia la volontà del popolo, non la forza bruta o la corruzione.
Serve un risveglio civico. La politica deve tornare ad essere al servizio dei cittadini, non dei poteri mafiosi. Dobbiamo pretendere dai candidati sindaco un impegno concreto nella lotta alla criminalità organizzata e nella promozione della legalità.
Non possiamo più restare inerti. Dobbiamo far sentire la nostra voce, scendere in piazza e manifestare il nostro dissenso contro ogni forma di ingerenza mafiosa nella politica.