Mick Jegger: beneficenza per 500 milioni

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Russo Vincenzo

Di Francesco Paolo Tondo

La star dei Rolling Stones Mick Jegger ha dichiarato di voler donare il proprio «tesoro» da 500 milioni di dollari in beneficenza piuttosto che lasciarlo in eredità ai suoi eredi. «Non ne hanno bisogno per vivere, meglio far del bene al mondo», ha dichiarato in una recente intervista al Wall Street Journal. La fortuna di 500 milioni rappresenta la sua parte di ricavi dalla vendita del catalogo dei Rolling Stones. Come ha lui stesso sottolineato, Mick Jagger non ha al momento nessuna intenzione di vendere la sua parte di diritti sul catalogo post 1971 della band, che include molti dei loro singoli più importanti, come “Satisfaction”, “Paint it Black” e “Jumpin Jack Flash”, ma ha voluto dichiarare che «i soldi legati alla sua musica non avranno alcun impatto sulla sua famiglia». Che, per la verità, nel caso in cui ricevesse in eredità la fortuna dii quel “tesoro”, dovrebbe spartire tra un numero di figli piuttosto numeroso: Mick Jagger ne ha infatti ben otto, il più piccolo è Deveraux, che ha appena 6 anni (compirà i 7 a dicembre), mentre la più grande è Karis, che ne compirà 53 a novembre ed è la figlia, che il musicista ha avuto con l’attrice Marsha Hunt.

Il panorama musicale italiano sta ad ogni modo vivendo fasti e polemiche sesquipedali, con i Maneskin innalzato dai consessi americani, come miglior gruppo musicale dell’anno; descritti in Gran Bretagna come unica banda rock moderna ed ultima esistente, dal punto di vista della produzione contemporanea. Viceversa in patria i musicisti rappresentati vocalmente da Damiano, subiscono invettive ingenti da parte di innumerevoli utenti del web che esecrano il loro ostentamento corporale, politico e sociale, con posizioni eccessivamente filoatlantiste ed antiputiniane. Inoltre molteplici italiani biasimo le ferree prese di posizione dei Maneskin, a favore dell’aborto, delle pratiche Lgbtq e della negazione indiretta, estremamente discreta, dei precetti ecclesiastici e dei concetti relativi al sovranismo ed al nazionalismo che permeano, progressivamente, fette maggiori di italiani.

Contro i Maneskin si sono recentemente pronunciati musicisti celebri e meno celebri, rimarcando la loro non eccelsa capacita’ musicale, strumentale, di arrangiamento, commistionate con uno zelo ad esprimere seminudita’ inusitate. Quel che tuttavia non si puo’ negare alla band musicale giovanile piu’ in auge del mondo, e stranamente italiana, e’ una assoluta maestria nello sfornare bravi musicalmente molto orecchiabili, la prolificita’ con cui pubblicano nuove canzoni di grido, e la forte identita’ rockettara declinata in chiave moderna.

Altro gruppo famigerato protagonista degli anni ’80 e ’90 che da Londra ha in questi giorni pubblicato un nuovo singolo, sono i Duran Duran dopo un annoso silenzio artistico: affermando di aver prodotto qualcosa di sperimentalmente nuovo, il duo rock-pop composto anche Simon le Bon, si affianca oggi, in termini di reputazione, ai Maneskin italiani, rispetto ai quali le visualizzazioni social e la presenza ai concerti, si palesano estremamente inferiori.

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