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In un momento già critico per molte famiglie italiane, l’emendamento avanzato dalla Lega si presenta come un’ulteriore mazzata per coloro che vivono una condizione di fragilità economica. Chi ha debiti di qualsiasi tipo, esclusi quelli bancari, potrebbe trovarsi nell’imminente ricezione di una lettera firmata dall’avvocato del creditore, con solo 40 giorni a disposizione per rispondere. Passato questo termine, il pignoramento potrebbe avvenire senza alcuna necessità di una sentenza giudiziaria. La riflessione la lascio agli elettori.

Questa situazione crea un clima di ansia, specialmente tra le persone più vulnerabili, quelle che già lottano quotidianamente per sbarcare il lunario. In un paese dove la disoccupazione giovanile è alle stelle e tanti lavoratori vivono in precarie condizioni contrattuali, il rischio di un pignoramento automatico non fa altro che aumentare l’incertezza e la paura.

La mancanza di un passaggio obbligatorio in aula per l’udienza di un giudice rappresenta un vero e proprio attacco ai diritti di chi, per varie ragioni, si trova in difficoltà economica. Non si tratta semplicemente di una questione legale; si tratta di vite umane, di famiglie intere che potrebbero perdere non solo i propri beni, ma anche la dignità e la tranquillità che ogni cittadino dovrebbe poter godere.

La risposta del centrodestra in commissione Giustizia al Senato, che ha già approvato questa proposta con un’inquietante facilità, lascia senza parole. È un segnale chiaro di come le politiche attuate non tengano conto delle conseguenze devastanti su un segmento della popolazione che meriterebbe, invece, supporto e protezione.
In un’Italia che si dice solidale, questa nuova norma getta ombre su un futuro già incerto. È fondamentale che ci sia un contrappeso a queste misure, affinché venga garantito non solo il diritto di credito, ma anche il diritto alla dignità di ogni cittadino, indipendentemente dalla sua condizione economica. La società non può permettere che il peso del debito diventi un’arma per schiacciare ulteriormente i già afflitti.






