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L’editoriale del direttore
In Italia, l’ombra della criminalità organizzata si staglia imponente su un panorama economico di dimensioni sorprendenti. Secondo stime recenti, il denaro gestito dalle organizzazioni riconducibili alla Mafia si aggirerebbe intorno ai 40 miliardi di euro all’anno, pari a oltre il 2% del PIL nazionale. Un dato che lascia senza parole e mette in luce come l’economia illegale abbia ormai assunto proporzioni di vera e propria “industria” nel nostro Paese.

Se si pensa ai numeri del fatturato annuo di ‘ndrangheta, Cosa Nostra e camorra, che raggiungono circa 130 miliardi di euro, si comprende come queste organizzazioni abbiano superato di gran lunga le dimensioni di molti Stati europei di piccole o medie dimensioni. Questi flussi di denaro si traducono, purtroppo, anche in un pesante coinvolgimento della popolazione attiva nel Mezzogiorno, dove quasi il 10% lavora nell’”industria mafiosa”. Un dato allarmante che evidenzia come la criminalità non sia solo un fenomeno di violenza e intimidazione, ma anche un potente motore economico.

Il Mistero dei Quattrini: Dove Finiscono i Soldi della Mafia? Nonostante gli arresti eccellenti di figure di spicco come Totò Riina o Matteo Messina Denaro, e i sequestri di immobili e aziende, il vero enigma rimane: cosa succede ai soldi delle organizzazioni criminali? Dove vanno a finire i circa 40 miliardi di euro che ogni anno vengono gestiti? La risposta non è semplice e coinvolge un mondo di transazioni bancarie spesso oscure e difficili da ricostruire.
Come ogni “holding” che si rispetti, anche la mafia ha bisogno di “depositare” i propri profitti nel sistema finanziario ufficiale. Ma quali banche custodiscono questi fondi? La domanda rimane senza risposta ufficiale. È noto che, secondo un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite e confermato dal Fondo Monetario Internazionale, tra il 2 e il 5% del PIL globale viene riciclato ogni anno, ovvero tra 1.920 e 4.800 miliardi di dollari. Un flusso di denaro colossale che attraversa le frontiere e i sistemi bancari di tutto il mondo, spesso senza che le autorità possano intervenire efficacemente.

Perché le Istituzioni Faticano a Fermare il Riciclaggio? Un interrogativo che si pone spontaneo è: perché, nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e di enti internazionali, le operazioni di contrasto al riciclaggio di denaro mafioso sembrano spesso inefficaci? In alcune regioni, come evidenziato dalla Coldiretti nel febbraio 2021, la crisi economica causata dalla pandemia ha dato nuova linfa alla criminalità. Con il settore agroalimentare in difficoltà, i clan mafiosi hanno approfittato della situazione, arrivando a controllare quasi cinquemila locali, spesso attraverso operazioni di usura e infiltrazioni nel tessuto economico locale.
Se si considera che senza denaro le mafie perderebbero gran parte del loro potere di intimidazione, di corruzione e di investimento, risulta chiaro come il patrimonio economico di queste organizzazioni sia la vera “arma” invisibile che le sostiene nel tempo. Eppure, nonostante le numerose operazioni di smantellamento di singoli clan, l’impero economico rimane spesso intatto, come se fosse protetto da un alone di invisibilità e di impunità.

È difficile capire se questa situazione sia il risultato di difficoltà operative, di una volontà strategica delle organizzazioni di mantenere l’ombra del loro potere, o di incapacità da parte delle istituzioni di penetrare i loro sistemi finanziari. La verità, forse, sta in un mix di tutti e tre questi elementi.
L’assenza di notizie certe sui flussi di denaro mafioso alimenta un senso di impotenza e di inquietudine. La lotta alla criminalità organizzata, infatti, non riguarda solo gli arresti di figure di spicco o il sequestro di beni materiali, ma anche e soprattutto la capacità di tracciare e bloccare i flussi finanziari illeciti.
Per ora, il mistero sui soldi della mafia rimane in parte irrisolto. La domanda che ci lasciamo è: quanto ancora queste organizzazioni potranno nascondere le proprie risorse e quanto tempo passerà prima che le istituzioni riescano a mettere in crisi questa “holding” invisibile? Una cosa è certa: il denaro, come si suol dire, muove il mondo, e nel caso della mafia, potrebbe essere l’arma più potente per indebolirla o, al contrario, per rafforzarla.
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